Netflix VS YouTube: ecco chi vincerà
Due piattaforme si contendono il futuro dell’intrattenimento
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Qualche aggiornamento prima di scoprire chi vincerà tra YouTube e Netflix:
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🎤 Creator Masterclass
Lunedì 17 febbraio, alle 19:00, nello spazio La Capsula presso le musicRooms di Base Milano, incontreremo e parleremo con Aurora Cavallo, alias Cooker Girl, una delle food creator più seguite d’Italia.
Con quasi 3 milioni di follower tra Instagram e TikTok, Aurora non è solo una creator di successo ma anche autrice di libri e punto di riferimento per un’enorme community di appassionati.
Con lei parleremo di:
Come raccontare il cibo online in modo autentico e coinvolgente
Il segreto per creare video short form che conquistano il pubblico
Come costruire un progetto multi-piattaforma che integri social, newsletter e sito web
Sarà una conversazione aperta e ci sarà spazio per le domande del pubblico.
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Al termine dell'intervista, avremo l'opportunità di conoscerci di persona: un momento dedicato al networking tra appassionati di digitale, newsletter e creatività per condividere impressioni, idee e fare due chiacchiere, un brindisi e una battuta.
Evento privato gratuito, per prenotare il tuo invito clicca qui o usa il tasto qui sotto.
Grazie alla produzione di NOP-NOP e alla collaborazione di La Capsula e Music Innovation Hub.
Netflix vs YouTube: lo scontro finale
Venerdì 14 febbraio 2025 YouTube ha festeggiato i suoi 20 anni di vita. Un anniversario che ha trovato la piattaforma all’apice della sua potenza.
Come abbiamo scritto più volte, YouTube è infatti la piattaforma più utilizzata nelle TV connesse americane, un dato fondamentale perché la televisione è ancora un supporto davanti al quale passiamo moltissimo tempo, guardando quindi anche tanta pubblicità.
YouTube totalizza l’11,1% del totale del tempo speso dagli utenti, seguita, a distanza, da Netflix con l’8,5%, una cifra comunque superiore a tutte le altre principali piattaforme streaming sommate tra loro: Amazon Prime Video, Disney+ e Hulu.

Leggendo questi dati è chiaro che, al momento, la guerra dello streaming è una gara con due soli veri contendenti: YouTube e Netflix che, nel tentativo di superarsi, finiscono per assomigliarsi sempre di più.
Da una parte Netflix e le altre piattaforme streaming corteggiano creator e personalità dei social per attirare nuovo pubblico e abbassare i costi di produzione dei contenuti.
Dall’altra la qualità video dei creator di YouTube continua ad aumentare, avvicinandosi alle produzioni di Hollywood, tanto che il CEO della piattaforma ha detto che li vorrebbe vedere candidati agli Emmy (gli Oscar della TV americana).
Lo scontro finale tra YouTube e Netflix sembra inevitabile: chi vincerà tra i due?
Netflix (e Amazon Prime) vogliono diventare YouTube
“Beast Games”, il reality creato e prodotto dallo YouTuber MrBeast per Amazon Prime Video si è concluso qualche giorno fa, assegnando al vincitore il premio finale da 10 milioni di dollari (5 al netto delle tasse).

La serie è stata una grande scommessa per Amazon Prime Video: lo show è costato più di 100 milioni di dollari ed è stato un tentativo di ibridare i linguaggi delle piattaforme d’intrattenimento (YouTube, TikTok) con quelle streaming tradizionali.
Quello che Netflix e Amazon vogliono capire è se i grandi creator possono avere successo, non solo su YouTube, ma anche nelle loro piattaforme streaming, dove di solito ci sono produzioni più tradizionali.
All’esperimento “Beast Games” di Amazon ha fatto seguito Netflix che, per una delle sue prime dirette streaming globali, ha organizzato un incontro di pugilato tra Mike Tyson e Jake Paul, uno dei più famosi creator in circolazione.
Il match ha richiamato davanti lo schermo più di 65 milioni di spettatori, ed è stato reputato un successo, tanto che Max (la piattaforma di Warner Bros/Discovery, in arrivo anche in Italia) ha annunciato “Paul American”, un reality stile “The Kardashian” incentrato sui fratelli creator Jake e Logan Paul.
Netflix punta anche sui Sideman, famoso gruppo di creator inglesi, producendo la seconda stagione del loro reality e, Ted Sarandos, co-CEO della piattaforma, dichiara: “Trovo che i servizi di contenuti brevi siano un ottimo terreno per scoprire nuovi storyteller”.
Business Insider dichiara di aver parlato con manager e agenti di creator che sarebbero stati contattati da Netflix per caricare o produrre nuove serie dei propri podcast per la piattaforma streaming. Che sia vero o meno il confine tra contenuti in stile YouTube e quelli streaming si sta assottigliando.
YouTube vuole diventare Netflix
La novità che meglio rappresenta l’attacco di YouTube al mondo delle piattaforme streaming è il lavoro fatto sulla sua app per TV connesse che permetterà ai creator di organizzare i propri video attorno al concetto di episodi e stagioni, proprio come accade per le serie di Netflix o Amazon Prime Video.
Christian Oestlien, Vice Presidente del prodotto di YouTube, racconta così il lavoro fatto: “Moltissimi dei nostri creator stanno realizzando video di 20-40 minuti, con una sorta di arco narrativo stagionale e più episodi collegati tra loro. Per questo stiamo fornendo loro gli strumenti per le Creator Show Pages: se sei un fan di Michelle Khare, puoi andare sulla sua pagina e goderti un’esperienza binge-watch in stile serie, proprio come avviene con la TV tradizionale”.

A rincarare la dose ci pensa Neal Mohan, CEO di YouTube. Nel suo tradizionale post di inizio anno annuncia che la TV ha superato lo smartphone come luogo dove si passa più tempo guardando video YouTube, e riassume tutti i motivi per cui la piattaforma è destinata diventare la nuova TV:
Sempre più creator stanno costruendo veri e propri studi di produzione in stile hollywoodiano. Dal gruppo dei Dude Perfect a Kinigra Deon, che è riuscita a creare una serie di contenuti scripted a basso costo, ma di grande successo e che produce tutto nella sua cittadina di nascita Birmingham in Alabama.
I più famosi tra i talk-show e podcast di YouTube hanno sostituito i late show televisivi americani. L’intervista di Joe Rogan a Donald Trump è stata vista 55 milioni di volte, più di qualunque sua apparizione televisiva tradizionale. Format come Hot Ones sono tra i brand video più conosciuti al mondo, non a caso in Italia è stato acquisito da RaiPlay e affidato alla conduzione di Alessandro Cattelan.
YouTube sembra sulla strada giusta proprio perché non vuole stravolgere l’esperienza di visione, ma si avvicina inesorabilmente alla vecchia TV a cui siamo abituati, intendendo per vecchia sia quella dei canali lineari che delle piattaforme streaming come Netflix, Amazon e simili.
Non così in fretta
Ma davvero è possibile portare con successo i contenuti di YouTube in TV? C’è chi si è preso la briga di controllare i dati.
La newsletter Entertainment Strategy Guy ha analizzato i risultati di “Beast Games”, il canarino nella miniera di questo tipo di esperimenti, scoprendo che non è stato né un grande successo né un clamoroso flop.
Secondo Nielsen lo show non ha raggiunto i 7 milioni di ore di visione nelle sue prime due settimane, rimanendo sotto la soglia dei 10 milioni di ore che di solito segna il successo di una produzione.
Anche secondo i numeri ufficiali condivisi da Amazon Prime Video, “Beast Games” ha totalizzato 50 milioni di viewers in 26 giorni, quando serie di successo come “Fallout” hanno raggiunto lo stesso risultato in soli 16 giorni e film blockbuster come “Red One” in appena 3.
Ancora più importante il fatto che “Beast Games” non si è distinto neanche nella propria categoria, quella dei reality show. Titoli più tradizionali come “Love Is Blind” o il reality tratto dall’omonima serie televisiva, “Squid Game: The Challenge”, lo hanno ampiamente superato come ore di visione.

Risultati tanto più preoccupanti se si pensa che “Beast Games” è costato 10 milioni di dollari per episodio e che dietro c’è il più grande creator del mondo.
MrBeast ha più di 360 milioni di iscritti al suo canale YouTube, di cui evidentemente solo una piccola parte sono passati da una piattaforma all’altra per seguire il proprio beniamino.
Quello di “Beast Games” non è un caso isolato, ma l’ennesimo esempio di un matrimonio tra piattaforme che resta difficile da celebrare. Qualche anno fa la piattaforma Hulu, del gruppo Disney, aveva prodotto “The D’Amelio Show”, basato sulla superstar di TikTok Charlie D’Amelio e fu un flop clamoroso.
Anche a Mediaset ci siamo accorti di quanto sia difficile trasportare il successo dei contenuti delle piattaforme d’intrattenimento su quelle streaming tradizionali come Mediaset Infinity.
Negli anni abbiamo provato a più riprese, lavorando con creator come Tommaso Zorzi o Giulia Salemi, ma ogni volta ci siamo accorti che la distanza tra i due mondi era più profonda di quanto immaginassimo, sia in termini di linguaggio che di pubblico di riferimento.
Il risultato mediocre di “Beast Games” racconta che il divario tra i due mondi si sta riducendo, ma è ancora lungi dall’essere azzerato.
Una piattaforma per domarli
Se siete arrivati a leggere fino a qui posso dirvi la verità: non so chi vincerà tra Netflix e YouTube e non penso che nessuno abbia la risposta definitiva.
L’unica cosa sicura è che la lotta tra le due piattaforme continuerà sul terreno del tempo, ciascuna delle due proverà ad occupare porzioni sempre maggiori delle nostre giornate, e sia YouTube che Netflix lo faranno ampliando l’offerta dei propri servizi.
L’abbonamento Premium di YouTube prevede già al suo interno l’offerta di streaming musicale di YouTube Music e YouTube TV, disponibile solo negli USA, che consente agli utenti di guardare in diretta e on-demand oltre 100 canali, tra cui le principali reti nazionali come ABC, CBS, FOX, NBC.
Netflix risponde con la sua sezione Mobile Games in cui sta provando ad allargare la propria offerta ad un pubblico nuovo come quello dei casual gamer. Solo continuando ad essere sempre più indispensabile per i propri utenti la piattaforma potrà giustificare l’aumento del prezzo del suo abbonamento, che negli USA nel giro di 13 anni è aumentato di 10 dollari, passato da 7,99 a 17,99 dollari.
In questo modo anche i modelli di business delle due piattaforme iniziano a somigliarsi: YouTube rende la sua offerta a pagamento sempre più competitiva, mentre Netflix, per allargare il proprio pubblico, abbassa il prezzo d’ingresso e inizia a inserire la pubblicità tra un video e l’altro.
Che sia Netflix o YouTube, la piattaforma che vincerà la guerra dello streaming somiglierà a un ristorante all you can eat dove potremo consumare una gran quantità di video di ogni genere, ma anche contenuti di altro tipo: musica, videogiochi e chissà cos’altro.
Una vera chimera dall’aspetto mostruoso ma irresistibile, capace di divorare in un sol boccone tutto il tempo delle nostre giornate.
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La qualità di YT è esplosa ed è diventata una valida alternativa alla TV tradizionale che io personalmente guardo solo per l'informazione e alcuni dibattiti. Spero che YT però non diventi troppo TV e rimanga ancora ai suoi creator che sono alla fine la linfa di questa piattaforma. Inoltre puntare "solo" su grandi creator come MrBeast sarebbe pericoloso, bisogna mantenere quella verve di scoperta che ti fa conoscere piccoli creator che però hanno molto da dire e magari in modo anche originale. Netflix e gli altri cercheranno di tentare i creator ad entrare nelle loro piattaforme, ma credo che YT abbia una marcia in più.
Facendo la creator adoro questo tema! Netflix l’ho amato per anni perché portava prodotti diversi da quello che potevo vedere in TV (es. la stand up comedy americana, che ho iniziato a fare solo grazie al fatto che potevo vedere loro) ma ho l’impressione che si stia “canalecinquizzando” (l’ho messo anche nella mia ultima newsletter) perché lo sbarco di Ilary Blasi mi è sembrato un segnale di integrazione fra i due mondi molto forte, esattamente come Prime sta prendendo le eredità di MTV con i programmi “famosi che fanno i giochi”