Analisi spietata che mi sono goduto parola per parola e coincide con quello che penso da quando sono atterrato qua: bellissima piattaforma, ma segue il gioco delle altre piattaforme social ed è meglio non affezionarcisi troppo, ma sfruttarne gli indubbi vantaggi fino a che ci siamo. Credo che molti ne siano già consapevoli, perlomeno lo sono quelli che non hanno formato qui un pubblico da zero, ma lo hanno portato da altrove.
Bisogna anche saperne riconoscere i limiti, e in questo credo che la tua definizione "funnel di comunicazione" sia perfetta: Substack non è una piattaforma per fare funnel di vendita, perlomeno non nel senso classico dell'email marketing. Ma se la nostra conversione rimane attinente a quello che è il nostro lavoro, ovvero la comunicazione, allora può essere un'ottima piattaforma: vuoi che questa conversione si traduca in consulenze, infoprodotti, corsi online o per rinforzare la propria brand reputation e farsi notare da altre realtà editoriali. Quello di fare la nostra risorsa più preziosa, la padronanza delle mail, il loro selling point principale è a mio parere una mossa astuta per tenerci nel loro ecosistema con tutti i vantaggi che ne derivano (e anche lì, prepariamoci al peggio: scarichiamo con regolarità la lista dei contatti, che è un attimo che cambino idea).
PS: sai, quel commento dell'utente ha una bella valenza neutra, non è necessariamente né di apprezzamento né di critica, le sue intenzioni sono ambiguamente interpretabili da chi le legge. A me è piaciuto vederci un bel complimento.
Credo che siamo già su quella strada. Mi sembra che si possano esportare solo le e-mail dei subscribers e non quella dei followers (che poi questa differenza non l’ho capita).
il follow vuol dire seguire qualcuno solo nella sua attività nella app (note etc) che è proprio quel "mondo di mezzo" che ci tiene attaccati alla piattaforma
Grazie mille, Andrea, per aver citato “il mio Substack” su RedNote! E, come sempre, per la capacità di unire i puntini e cogliere le sfumature di questa e di tutte le piattaforme.
A margine: trovo interessante la crescita di Substack come piattaforma di contenuti testuali. Sembra confermare una mia ipotesi e cioè che ad ammazzare il contenuto testuale siano state due cose: a) la massificazione del pubblico social; b) l'algoritmo di distribuzione. Senza algoritmo, ma in una logica di "ricevo tutti i contenuti dei canali a cui sono iscritto", il contenuto (testuale) è responsabile supremo della lealtà del lettore al canale (voto con unsubscribe, non con un like) e la frequenza dei contenuti a cui sono esposto la governo più io lettore (definendo il numero di canali a cui mi iscrivo). Una logica simile a Youtube (che però l'algoritmo ce lha, ma per una serie di ragioni fa meno casini perché i canali non hanno una reach organica prossima allo zero)
Grazie del bel commento. Substack è sorprendente ma sta raggiungendo il suo limite, il testo è duro da scrivere e da leggere, per questo si butta sui video. È vero che dopo la sbornia algoritmica video si è andati un po’ in controtendenza, vincerà la piattaforma che saprà meglio dosare i due ingredienti: algoritmo lol e fedeltà long form
Post molto lucido che condivo pienamente. Dal mio punto di vista, questo tipo di informazioni e analisi dovrebbero essere riprese anche da media ben più generalisti perché c'è una parte importante di servizio pubblico in ciò che scrivi. I social network sono costruiti su logiche economiche e si basano su comportamenti psicologi studiati e testati meticolosamente. Il fatto che la maggior parte dei loro utenti ignori tutto ciò fa apparire questi ecosistemi sbilanciati ai miei occhi, soprattutto perché aperti a tutti e facilissimi da usare. Nel mio piccolo cerco come te di volgarizzare queste logiche con la mia newsletter perché penso che la coscienza collettiva vada istruita e non solo aizzata a favore o contro questi prodotti digitali. Se vuoi passare e lasciarmi il tuo feedback, lo prendo molto volentieri. Te lo scrivo senza doppi fini o volontà di spam, ma come lo direi a una persona incontrata in un club sportivo, che condivide con me la stessa passione.
touché, probabilmente l’unica soluzione per non restare intrappolati nel gioco delle piattaforme è spostare il “pubblico” dai social agli eventi dal vivo quindi usare, in questo caso substack, come mezzo non come fine
Grazie per questa analisi, Andrea! Vedo, a ragione, un entusiasmo crescente nei confronti di Substack ed è interessante vederlo popolare di bei contenuti in italiano, finalmente. Io ho migrato la mia newsletter da Mailchimp a settembre 2022, quando non esistevano le Note e Substack era "solo" una piattaforma gratuita, con una UX decente ed estetica minimal per pubblicare la newsletter. In questi due anni e mezzo i cambiamenti sono stati tantissimi e la nuova dinamica si è fatta chiara: apprezzo molto il tuo invito a diversificare e a ricordarci di non centralizzare tutto il nostro lavoro su questa piattaforma. La storia social ha già tanto da insegnarci (e dovrebbe metterci in guardia) in questo senso.
ciao Alice, grazie, e sono contento che tu abbia capito lo spirito dell'analisi che non vuole essere una critica totale a Substack ma solo un invito a maneggiare con cura. Penso che la piattaforma continuerà a mutare parecchio prossimamente
Ecco, maneggiare con cura, e imparare a conoscerne i retroscena. Da inizio anno, per esempio, mi sono impuntata sul dark pattern di cui parli anche tu: non mi piace per nulla che le nostre newsletter vengano consigliate in pacchetti preconfezionati da Substack, su cui non abbiamo controllo. Ieri mi sono decisa a fare pulizia nella lista di iscritti e ho eliminato un centinaio di iscrizioni silenti da mesi, ma azzeccare i filtri giusti e non fare pasticci non è stato immediato.
Ciao Giuseppe! Nella sezione Abbonati ho attivato qualche filtro in modalità "prudenza", per evitare di eliminare persone che magari mi leggono ancora senza che Substack lo rilevi. Li ho elencati qui: https://substack.com/@ojala/note/c-87284414?r=1i38s6
Analisi spietata che mi sono goduto parola per parola e coincide con quello che penso da quando sono atterrato qua: bellissima piattaforma, ma segue il gioco delle altre piattaforme social ed è meglio non affezionarcisi troppo, ma sfruttarne gli indubbi vantaggi fino a che ci siamo. Credo che molti ne siano già consapevoli, perlomeno lo sono quelli che non hanno formato qui un pubblico da zero, ma lo hanno portato da altrove.
Bisogna anche saperne riconoscere i limiti, e in questo credo che la tua definizione "funnel di comunicazione" sia perfetta: Substack non è una piattaforma per fare funnel di vendita, perlomeno non nel senso classico dell'email marketing. Ma se la nostra conversione rimane attinente a quello che è il nostro lavoro, ovvero la comunicazione, allora può essere un'ottima piattaforma: vuoi che questa conversione si traduca in consulenze, infoprodotti, corsi online o per rinforzare la propria brand reputation e farsi notare da altre realtà editoriali. Quello di fare la nostra risorsa più preziosa, la padronanza delle mail, il loro selling point principale è a mio parere una mossa astuta per tenerci nel loro ecosistema con tutti i vantaggi che ne derivano (e anche lì, prepariamoci al peggio: scarichiamo con regolarità la lista dei contatti, che è un attimo che cambino idea).
PS: sai, quel commento dell'utente ha una bella valenza neutra, non è necessariamente né di apprezzamento né di critica, le sue intenzioni sono ambiguamente interpretabili da chi le legge. A me è piaciuto vederci un bel complimento.
Credo che siamo già su quella strada. Mi sembra che si possano esportare solo le e-mail dei subscribers e non quella dei followers (che poi questa differenza non l’ho capita).
il follow vuol dire seguire qualcuno solo nella sua attività nella app (note etc) che è proprio quel "mondo di mezzo" che ci tiene attaccati alla piattaforma
Ah ok capito. Grazie mille ☺️
Grazie mille, Andrea, per aver citato “il mio Substack” su RedNote! E, come sempre, per la capacità di unire i puntini e cogliere le sfumature di questa e di tutte le piattaforme.
A margine: trovo interessante la crescita di Substack come piattaforma di contenuti testuali. Sembra confermare una mia ipotesi e cioè che ad ammazzare il contenuto testuale siano state due cose: a) la massificazione del pubblico social; b) l'algoritmo di distribuzione. Senza algoritmo, ma in una logica di "ricevo tutti i contenuti dei canali a cui sono iscritto", il contenuto (testuale) è responsabile supremo della lealtà del lettore al canale (voto con unsubscribe, non con un like) e la frequenza dei contenuti a cui sono esposto la governo più io lettore (definendo il numero di canali a cui mi iscrivo). Una logica simile a Youtube (che però l'algoritmo ce lha, ma per una serie di ragioni fa meno casini perché i canali non hanno una reach organica prossima allo zero)
Grazie del bel commento. Substack è sorprendente ma sta raggiungendo il suo limite, il testo è duro da scrivere e da leggere, per questo si butta sui video. È vero che dopo la sbornia algoritmica video si è andati un po’ in controtendenza, vincerà la piattaforma che saprà meglio dosare i due ingredienti: algoritmo lol e fedeltà long form
Post molto lucido che condivo pienamente. Dal mio punto di vista, questo tipo di informazioni e analisi dovrebbero essere riprese anche da media ben più generalisti perché c'è una parte importante di servizio pubblico in ciò che scrivi. I social network sono costruiti su logiche economiche e si basano su comportamenti psicologi studiati e testati meticolosamente. Il fatto che la maggior parte dei loro utenti ignori tutto ciò fa apparire questi ecosistemi sbilanciati ai miei occhi, soprattutto perché aperti a tutti e facilissimi da usare. Nel mio piccolo cerco come te di volgarizzare queste logiche con la mia newsletter perché penso che la coscienza collettiva vada istruita e non solo aizzata a favore o contro questi prodotti digitali. Se vuoi passare e lasciarmi il tuo feedback, lo prendo molto volentieri. Te lo scrivo senza doppi fini o volontà di spam, ma come lo direi a una persona incontrata in un club sportivo, che condivide con me la stessa passione.
touché, probabilmente l’unica soluzione per non restare intrappolati nel gioco delle piattaforme è spostare il “pubblico” dai social agli eventi dal vivo quindi usare, in questo caso substack, come mezzo non come fine
Cavolo Andrea, tanta roba. Analisi precisa e puntuale. Grazie mille
Grazie per questa analisi, Andrea! Vedo, a ragione, un entusiasmo crescente nei confronti di Substack ed è interessante vederlo popolare di bei contenuti in italiano, finalmente. Io ho migrato la mia newsletter da Mailchimp a settembre 2022, quando non esistevano le Note e Substack era "solo" una piattaforma gratuita, con una UX decente ed estetica minimal per pubblicare la newsletter. In questi due anni e mezzo i cambiamenti sono stati tantissimi e la nuova dinamica si è fatta chiara: apprezzo molto il tuo invito a diversificare e a ricordarci di non centralizzare tutto il nostro lavoro su questa piattaforma. La storia social ha già tanto da insegnarci (e dovrebbe metterci in guardia) in questo senso.
ciao Alice, grazie, e sono contento che tu abbia capito lo spirito dell'analisi che non vuole essere una critica totale a Substack ma solo un invito a maneggiare con cura. Penso che la piattaforma continuerà a mutare parecchio prossimamente
Ecco, maneggiare con cura, e imparare a conoscerne i retroscena. Da inizio anno, per esempio, mi sono impuntata sul dark pattern di cui parli anche tu: non mi piace per nulla che le nostre newsletter vengano consigliate in pacchetti preconfezionati da Substack, su cui non abbiamo controllo. Ieri mi sono decisa a fare pulizia nella lista di iscritti e ho eliminato un centinaio di iscrizioni silenti da mesi, ma azzeccare i filtri giusti e non fare pasticci non è stato immediato.
Interessante: come si individuano i contatti silenti su Substack?
Ciao Giuseppe! Nella sezione Abbonati ho attivato qualche filtro in modalità "prudenza", per evitare di eliminare persone che magari mi leggono ancora senza che Substack lo rilevi. Li ho elencati qui: https://substack.com/@ojala/note/c-87284414?r=1i38s6
Non sapevo di questi filtri, strano che mi siano sfuggiti. Ti ringrazio!
De nada :)