Se fossi Chiara
Per risolvere i problemi di Chiara Ferragni ho chiesto aiuto ai lettori della newsletter. Questo è il risultato
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Qualche veloce aggiornamento prima di provare a risolvere i problemi di Chiara Ferragni
🚀 la community di Scrolling Infinito sta per raggiungere quota 10,000 iscritti e per festeggiare ho pronto un post speciale.
🎤 stasera ci vediamo nello spazio La Capsula di Base Milano per la Creator Masterclass di Giulia Torelli/Rockandfiocc. L’evento privato è sold out e purtroppo per chi non ha ricevuto l’invito non c’è possibilità d’ingresso.
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🎤 Creator Masterclass
Martedì 5 novembre dalle 19:00 nello spazio La Capsula, presso le musicRooms di Base Milano, incontreremo e parleremo con Turbopaolo, forse il creator più divertente e originale in circolazione.
Dalla provincia di Novara a più di 12 milioni di visualizzazioni su TikTok, passando per le esibizioni dal vivo su alcuni dei palchi più importanti d’Italia. Ci faremo spiegare da Turbopaolo, vero nome Paolo Sarmenghi, il segreto per essere una macchina di idee, le tecniche per creare con costanza, qualità e originalità. Sarà una conversazione aperta e ci sarà spazio per le domande del pubblico e per parecchie risate.
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Dopo l'intervista, avremo l'opportunità di conoscerci di persona tra appassionati di digital, newsletter, creatività e media e condividere impressioni, idee o semplicemente un brindisi e una battuta.
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Grazie alla produzione di NOP-NOP e alla collaborazione di La Capsula e Music Innovation Hub.
Cosa farei se fossi Chiara Ferragni
È iniziato come un gioco, poi è diventata quasi un’ossessione.
Quando è scoppiato il pandoro-gate di Chiara Ferragni ne ho discusso con amici e conoscenti, lanciando dei sondaggi nei miei account social per misurare il sentiment del pubblico su uno dei personaggi più in vista d’Italia.
Poco dopo ho iniziato a chiedermi cosa avrei fatto al posto del suo team di comunicazione o, addirittura, se mi fossi ritrovato nei panni della stessa Chiara Ferragni: come avrei provato a uscire fuori da questo guaio?
Se quando gioca la Nazionale ci trasformiamo tutti in allenatori di calcio, con Chiara Ferragni siamo tutti esperti di comunicazione con la soluzione ad uno dei casini digitali più grossi degli ultimi anni.
Il vantaggio è che tanti dei lettori di questa newsletter sono davvero esperti di media digitali: dirigenti di gruppi editoriali, imprenditori e strategist. Ecco perché, prima su Instagram e poi su Linkedin, ho chiesto alla community di Scrolling Infinito cosa avrebbe fatto al posto di Chiara.
In questo post userò, come punto di partenza, proprio i suggerimenti raccolti. Protetti da un rigoroso anonimato, troverete le intuizioni e le provocazioni di amministratori delegati, studenti, dirigenti televisivi e celebri creator. Il contributo di ognuno esamina la questione da una prospettiva diversa, arricchendo il risultato finale.
Useremo il superpotere dell’intelligenza condivisa per analizzare quello che è un problema troppo complesso per la mente di un singolo individuo.
In questa indagine ho deciso di restare lontano da qualunque questione di merito, da categorie come giusto o sbagliato, vittima o carnefice, già abbondantemente utilizzate dagli editorialisti dei giornali.
Il mio interesse è puramente accademico: voglio capire quale può essere l’uscita dal tunnel in cui è finita Chiara Ferragni e, così facendo, mappare il mondo della comunicazione digitale con i suoi tranelli e vicoli ciechi.
E tu cosa faresti al posto di Chiara Ferragni? Scrivi la tua idea nei commenti del post
Andare all’estero
Chiara Ferragni ha una solida base di fan internazionali e, sulla carta, per lei potrebbe essere possibile trasferire le sue operazioni in un altro territorio. Così facendo prenderebbe le distanze dalle polemiche italiane, ma anche dalla maggioranza del suo pubblico.
Infatti secondo una veloce indagine tra i membri della community Scrolling Infinito e i dati del motore di intelligenza artificiale Perplexity, circa il 40% dei follower Instagram di Chiara Ferragni sono italiani.
Negli ultimi tempi altri grandi influencer e creator italiani hanno cercato di sfondare all’estero con alterne fortune. Luis Sal ha iniziato a pubblicare contenuti in inglese, tentando di ripetere il successo del suo video con i croissant durante le rivolte parigine, ma con risultati inferiori.
Alessandro Della Giusta ha dichiarato di lavorare al doppiaggio dei suoi video e YouTube stesso ha annunciato lo sviluppo di strumenti, sempre basati su AI, per il doppiaggio dei contenuti in altre lingue, italiano compreso.
L’unico creator italiano ad aver davvero sbancato all’estero negli ultimi anni è stato però Khaby Lame che si è mosso subito su un piano internazionale, grazie alla sua comicità non verbale che gli ha permesso di superare ogni frontiera comunicativa.
La barriera da superare per avere successo all’estero però non è solo tecnologica o linguistica, ma anche culturale. Chiara Ferragni, da quando ha scelto di non abitare più in USA, si è concentrata sulla sua attività nazionale, Sanremo e matrimonio con Fedez compresi. Intraprendere ora un’inversione di marcia sarebbe particolarmente difficile.
Anche se le polemiche sulla sua attività benefica sono nate in Italia, all’estero non sono rimaste sotto silenzio e il vantaggio di questa soluzione, difficile da applicare, potrebbe essere limitato.
Tornare a studiare
Quello di abbandonare i panni della influencer e tornare coi piedi per terra, rimettendosi a studiare, è stata una delle risposte più gettonate. Ma siamo davvero sicuri che possa essere la soluzione ai problemi di Chiara?
Nel libro “L’industria degli influencer” (Einaudi) la studiosa Emily Hund approfondisce la definizione di “Paternalismo digitale” secondo cui esiste un “mandato di visibilità” dei social network, in base al quale le donne che creano contenuti si ritrovano a districarsi tra la necessità di presentarsi come abbastanza reali e il pericolo di diventare eccessivamente reali, rischiando, in entrambi i casi, di attirare molestie e odio.
L’arte dei social, così come quella della celebrità, è quella di rimanere alla giusta distanza dal proprio pubblico, restando aspirazionali, senza sembrare irraggiungibili. Se si esagera, in un caso o nell’altro, la reazione dei follower può essere aggressiva perché si fa l’errore di snobbarli o, al contrario, di entrare troppo in confidenza col proprio pubblico.
Chiara Ferragni per lungo tempo è stata la più brava a rimanere in un equilibrio perfetto, presentandosi come la ragazza della porta accanto che però non sfigura quando è seduta in prima fila alle sfilate più esclusive.
Un suo ritorno sui banchi di scuola, abbandonando il precedente status, sarebbe una mossa rischiosa che la esporrebbe da vicino alla violenza del pubblico e, contemporaneamente, allontanerebbe i suoi clienti del mondo fashion, per cui diventerebbe decisamente troppo reale.
Prendi i soldi e scappa
Chiara è già ricca, e allora perché non mettere a frutto i risparmi per ritirarsi dalla scena pubblica?
Prima di tutto c’è una questione di ego. Tutti ci identifichiamo con il nostro lavoro, ma nel caso di creator e influencer la distinzione tra identità personale e professionale è ancora più sfumata, come quella tra tempo lavorato e tempo libero. Per Chiara Ferragni abbandonare la professione da influencer vorrebbe dire rinunciare anche alla propria personalità e, metaforicamente parlando, morire.
Inoltre, dopo le recenti vicende di dissing, l’impressione è che non ci sia un’isola abbastanza lontana in cui Chiara possa rinchiudersi senza che qualcuno, la tiri in ballo in qualche canzone o polemica, rendendo inutile un suo esilio.
Prendendo sul serio l’idea, molto italiana, di investire nel mattone, come fa notare un lettore, le cose sono meno semplici del previsto. Gestire decine, o centinaia, di appartamenti potrebbe essere un lavoro molto più oneroso di quello dell’influencer, anche se fatto attraverso una società dedicata.
Imparare a gestire un patrimonio, come unico mezzo di sostentamento, è un processo complesso. Lo dimostra il successo dei contenuti dedicati all’educazione finanziaria, così come l’inesauribile ricerca di commercialisti capaci (a proposito se ne conoscete uno bravo scrivetemi).
Fare beneficenza
Chiara lo sta già facendo, ma non basta. Come riportato dal Corriere della Sera e Milano Finanza nel 2023 sono stati donati dalla sua società TBS Crew Srl 1,15 milioni a strutture ospedaliere ed enti che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Secondo il professore della Luiss Business School Romano Cappellari la somma sarebbe pari al 25,9% dell’utile e al 6,6% del fatturato della società, una percentuale notevole rispetto alle dimensioni dell’azienda.
Più di recente Chiara Ferragni ha annunciato di aver creato, all’interno dei siti web delle sue società, TBS Crew Srl e Fenice Srl (coinvolte nel procedimento dell’Agcom per pratiche commerciali scorrette), una sezione informativa dedicata ad approfondire i dettagli delle iniziative con finalità benefiche.
La prima pubblicazione di questa sezione riguarda gli aggiornamenti sugli oneri verso "I Bambini delle Fate" a cui erano dedicati gli introiti della collaborazione con Dolci Preziosi. Le società TBS Crew Srl e Fenice Srl comunicano di aver effettuato, in data 28 agosto 2024, un primo versamento pari a 400 mila euro e nell’arco di tre esercizi finanziari dovranno devolvere almeno 1,2 milioni di euro.
Sono cifre importanti, che danno la sensazione di restituire un maltolto, ma non quella di poter risolvere il danno reputazionale provocato.
La beneficenza è sacrosanta, ma non è la soluzione ai problemi di Chiara Ferragni perché, per una questione di opportunità e di pudore, non viene accompagnata da una nuova narrazione sulla sua persona.
Il problema di Chiara
Qualcuno l’ha giustamente definita l’ancella dell’algoritmo e l’unico peccato imperdonabile di chi decide di sposare la tecnologia è quello di fermarsi, quando questa invece continua a correre ed evolversi.
Chiara non ha saputo diversificare la sua presenza online e non è riuscita a creare una community più stabile, come molte superstar del digitale fanno da anni. Non è riuscita a sfruttare l'ascesa di TikTok e non ha costruito una presenza significativa su YouTube, le due piattaforme dominanti del momento, rimanendo ferma nella sua roccaforte di Instagram.
La scelta di mettere tutte le uova nel paniere di Instagram si è rivelata doppiamente fallace perché, negli ultimi tempi, la piattaforma è entrata in una crisi d’identità che l'ha resa meno rilevante, sia nei confronti del pubblico che degli investitori.
Chiara non è riuscita a trasformarsi da semplice influencer a creator, capace di creare contenuti più elaborati e di costruire un'audience da monetizzare direttamente, senza dipendere dalle collaborazioni con marchi esterni.
Se per i creator internazionali quella di lanciare prodotti è una pratica molto diffusa, anche in Italia la piccola ma significativa esperienza del creator Sante, che ha costruito il brand Fivefourfive insieme alla sua community, è la dimostrazione che qualcosa si muove anche da queste parti.
La soluzione di Chiara
Per Chiara Ferragni questo potrebbe essere il momento per provare a recuperare il tempo perso. Nella logica del build in public, secondo cui si racconta al proprio pubblico, in tempo reale, la costruzione di un nuovo progetto, la nuova Chiara dovrebbe condividere con i follower i problemi di questo periodo, cercando una soluzione assieme a loro.
Ad esempio producendo una serie di documentari-vlog su YouTube, da distribuire anche attraverso clip per i social, si potrebbe riappropriare di una narrazione che altrimenti consegna ai media tradizionali.
YouTube è la piattaforma col maggior numero di utenti in Italia e il luogo perfetto per spiegare, senza passare attraverso intermediazioni televisive o giornalistiche, quello che questa difficile esperienza le sta insegnando, creando video incontri con esperti, opinion leader e critici.
L’obiettivo è dimostrare che non si faranno più gli stessi errori e costruendo, contenuto dopo contenuto, una Chiara e un’azienda migliore e più forte. Così facendo si diversificherebbero i touchpoint, allargandosi a temi come la finanza, il coaching e altro ancora.
Questa Anabasi del contenuto si dovrebbe concludere con il lancio di un nuovo prodotto (fisico? digitale?), questa volta davvero di qualità e pensato attorno alla propria audience.
Sarebbe questo l’inizio di una nuova era che porta con sé anche la possibilità di monetizzare il proprio seguito in maniera diretta, senza bisogno di partnership esterne e ormai incerte.
Chiara Ferragni ha tutti gli elementi per mettere in pratica questa strategia: ha l’attenzione del pubblico (pur nel mezzo di tutte le polemiche), una grande disponibilità finanziaria, un know how produttivo e un'infinità di contatti importanti.
Riuscire a trasformarsi da influencer a creator però non è scontato. In questo caso non si tratta di un avvicinamento alla realtà, come discusso in precedenza, quanto di uno scarto di lato, in cerca di una rinnovata autenticità.
Hawk Tuah Chiara
L’esempio a cui Chiara Ferragni si dovrebbe ispirare è quello di Haliey Welch, la ragazza del “Hawk Tuah”. Divenuta celebre, pochi mesi fa, per l’imbarazzante risposta data ad un TikToker incontrato per strada.
Oggi Haliey possiede un account Instagram da quasi 3 milioni di follower, un podcast, una linea di merchandising e altro ancora.
La storia di Haliey va presa come ispirazione perché è l’ennesima dimostrazione che è sempre possibile partire (o ripartire) da zero quando c’è capacità di attirare l’attenzione delle persone e di avere a disposizione un’ampia audience.
Chiara Ferragni ha un enorme seguito e sa perfettamente come attirare l’attenzione delle persone. Questa però non basta. Oltre l’attenzione ci vuole l’abilità di entrare in empatia col pubblico, abbandonando la volontà di controllo e abbracciando la naturalezza dei contenuti di nuova generazione.
Chiara Ferragni ha dimostrato di saper essere un’imprenditrice digitale, una presentatrice, una blogger, un’attivista e persino una modella, ma dobbiamo capire se saprà essere semplicemente se stessa.
Ad Hailey Welch, contro ogni previsione, è bastata un’occasione fortunata per sfruttare l’onda della popolarità con la naturalezza tipica dei creator.
Una capacità che Chiara Ferragni deve riuscire a replicare con altrettanta scioltezza, perché da questo dipende la sua sopravvivenza come personaggio pubblico.
Bonus: per il LOL
Alcune risposte della community sono troppo divertenti per non condividerle con tutti.
E tu cosa faresti al posto di Chiara Ferragni? Scrivi la tua idea nei commenti del post
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Fermo restando che Chiara Ferragni è il capitalismo e non esiste al di fuori del capitalismo, quello che segue non è una cosa che mi piace ma è la cosa che farei se mi interessasse solo ricominciare a fare soldi.
Il problema di Ferragni è la reputazione, e la reputazione era quello su cui si reggeva il brand. Distrutta quella, distrutto il brand. Penso che dovrebbe liquidare Chiara Ferragni come brand, chiudere tutto e ripartire con un'impresa con una base valoriale forte e che non porti assolutamente il suo nome, non dico una non-profit ma comunque un progetto i cui obiettivi siano davvero la beneficenza o l'impatto sociale. E su quello ricostruirei il brand personale che le permette di fare una montagna di soldi, sfruttando anche il redemption arc.
Adesso vado a farmi la doccia, perché solo a scriverlo mi sento sporca.
È chiaro che deve costruire una nuova reputazione per se stessa e il brand che costruirà, brand che dovrà rompere con il precedente.
Caduta “sul pandoro” ripartirei “dal pandoro”:
1) enucleare le cause soggettive e oggettive che l’hanno determinato: problemi di organizzazione interna? Scelte improvvide curva i collaboratori? Eccesso di delega? Distrazione personale portata da…?
2)Come si poteva prevedere ed evitare questo fallimento?
3) Lezioni apprese
4) Quali talenti possiedo? Di quali risorse materiali d umane dispongo?
5) In cosa e in chi desidero impattare?
6) Quali sono i bisogni del mondo e delle persone rispettare ai quali voglio incidere?
7) Qual è il punto di intersezione tra i miei talenti, le risorse, i miei desideri e quei bisogni? ( da qui verrà fuori il nuovo brand)
8) Ho bisogno di rimettermi a studiare o formarmi ? Cosa? Con chi? In quanto tempo?
9) Quali fattori del mio passato posso ancora utilizzare?
Non sarà semplice, ma qui non si tratta di ri-costruire Chiara Ferragni, ma di costruire ex novo una persona, un brand e una brand identity.
Mica noccioline…