Scrolling Infinito ora è disponibile anche in download
Primo aggiornamento ma non ti preoccupare: ce ne saranno pochi
Ciao, ricevi questa mail perché sei entrato nel sito di Scrolling Infinito e hai lasciato il tuo indirizzo per rimanere aggiornato sul progetto.
Prometto che non ti scriverò spesso, al massimo 3 o 4 volte l’anno: se preferisci disiscriverti in fondo trovi il tasto per farlo.
Scrolling Infinito è disponibile anche in download
Questa è la cosa importante che volevo dirti. Scrolling Infinito: come creare contenuti per vincere la guerra dell’attenzione ora è disponibile anche per il download in tutti i formati: PDF, ePub, Mobi, Kindle.
È la prima cosa che in tanti mi hanno scritto dopo il lancio. Va bene poterlo leggere online o in ordine casuale, ma avere il testo disponibile per la lettura offline è anche più comodo. Giusto, quindi eccoci qua.
Versione 1.1
Intanto il testo del libro ha iniziato a mutare. Nella homepage ho aggiunto la sezione Aggiornamenti che darà conto strada facendo di tutti i cambiamenti e le aggiunte al progetto.
Quella che trovate ora online è la versione 1.1, con un paio di paragrafi in più e qualche refuso ed errore corretti, questo anche grazie alle segnalazioni di alcuni di voi.
Il fatto che Scrolling Infinito sia un libro in evoluzione ha portato molte persone a scrivermi per suggerire cosa secondo loro andava aggiunto e approfondito, a segnalare errori o ad aiutarmi nel precisare meglio un concetto che avevo espresso.
Si tratta di un processo molto diverso da quello di un normale libro destinato a rimanere identico dal momento in cui è stato stampato. Scrivere un testo che funziona come un software cambia il rapporto con i propri lettori che automaticamente diventano co-autori del testo.
Se avete idee o consigli su cosa andrebbe aggiunto o cambiato nelle prossime versioni scrivetemi rispondendo a questa mail, sarei felice di ascoltare la vostra opinione.
Presentazioni
Mi piace portare Scrolling Infinito dove penso possa essere utile. Niente presentazioni nelle librerie dunque, piuttosto vorrei incontrare agenzie digital, studi di comunicazione, gruppi di lavoro. Se ti interessa organizzare un incontro con il tuo team scrivimi e proviamo a organizzare.
Intanto grazie agli inviti di Gummy Industries, iMille, Undesign e Setonix che sono state le prime tappe. Altre sono fissate nei prossimi mesi ma mi piacerebbe parlare di questo progetto con più persone possibili per capire come farlo evolvere quindi sentiamoci pure.
Best Practices: Sam Youkilis
Fotografo nato e cresciuto a New York, globetrotter di natura che ultimamente sembra aver preso residenza in Italia. Continuamente in viaggio tra le mete più prevedibili della penisola (Milano, Roma, Napoli, la Costiera Amalfitana) e la provincia profonda, soprattutto quella del centro Italia come il Lazio e l’Umbria.
Il suo account Instagram @samyoukilis conta poco meno di 200K follower ma lo stile distintivo delle immagini create da Youkilis sembra aver penetrato istantaneamente la cultura condivisa della piattaforma. Non si tratta di foto quanto di brevi ritratti video che incorniciano scampoli di esistenza marginale. Non tanto nei soggetti o nelle situazioni: la vita raccontata da Youkilis è quella perfetta dell’americano in gita tra monumenti, stereotipi, piatti cucinati stupendamente e cocktail dai colori sgargianti. Piuttosto è l’approccio estetico a concentrarsi sui dettagli e le inquadrature che non ti aspetti in grado di descrivere il già visto in maniera del tutto inattesa.
Ombre proiettate su un muro color pastello, il vorticare delle mani di qualcuno che parla al telefono, i gesti meccanici e velocissimi di un cuoco che prepara la sua specialità o quelli di un barista che agita lo shaker, un tramonto struggente su una scogliera da cui qualcuno si tuffa senza esitazione. Questi sono solo alcuni esempi dei micro-ritratti animati che Sam continua ad ammassare nelle sue Stories e che ipnotizzano lo sguardo di chi lo segue. Come un novello Ghirri tascabile quello che lo interessa è sempre il riflesso e il non detto. Raramente i protagonisti dei suoi video hanno un volto lasciandoci così piena libertà di immedesimazione dentro questa iper-realtà dai colori sgargianti pronta per essere messa in loop come in una serie di GIF animate.
Seguire Sam Youkilis vuol dire realizzare come il cuore dell’attività di Instagram non sia più il feed dove lui si limita a rilanciare i video più riusciti degli ultimi giorni nel tipico stile “dump” per cui un post diventa semplicemente il repository di quanto accade nelle Stories. Oltre a questo c’è anche il definitivo cambio di formato per raccontare la realtà: dalla foto al video come suggerito anche dal “capo” di Instagram Adam Mosseri che negli ultimi mesi ha specificato come la piattaforma non abbia più le immagini statiche al centro del proprio business quanto quelle in movimento. In ogni formato possibile.
Qualche settimana fa un amico mi chiedeva nei DM di Instagram (e dove sennò?) se addirittura il lavoro di Youkilis avesse cambiato il modo che abbiamo di guardare il nostro Paese. Un’affermazione esagerata se rivolta al lavoro di un singolo creator, ma non del tutto infondata se prendiamo lui come alfiere di un movimento più esteso. Da una parte account come @somewhereiwouldliketolive (quasi 1M di follower) e i luoghi da sogno globali che raccoglie (ancora in forma di foto) e dall’altra i vari @italysegreta e @vitalenta o @therainbow_is_understimated che a colpi di frammenti in grado di rientrare nella nostra breve soglia dell’attenzione descrivono un’esistenza ideale e onirica, che come ogni altra esperienza online è contemporaneamente causa e conseguenza di come viviamo la realtà offline.
Segnalibri
The Observer Effect: lunghissime e approfondite interviste in cui i leader delle più importanti industrie tecnologiche al mondo (Spotify, Shopify, ...) raccontano il loro metodo di lavoro e il modo in cui risolvono i problemi che si trovano ad affrontare.
Netflix and Video Games: uno dei saggi più interessanti letti negli ultimi mesi che spiega bene come la domanda fondamentale alla base della guerra dell’attenzione sia passata da “Cosa guardiamo?” a “Cosa facciamo?”.
TikTok come televisione: il social network è quanto di più distante dalla tv tradizionale. Ma metterli uno vicino all’altra aiuta a capire come il paradigma stia cambiando completamente.
L’evoluzione di Instagram: “If Instagram has been defined by sharing moments, TikTok has been about manufacturing them”.
The Rebooting. Una delle migliori newsletter in inglese su editoriale e digitale messa assieme da Brian Morrissey, tra le altre cose fondatore di Digiday.